Il primo corso atestino di formazione all’Apicoltura, interrotto dopo solo una lezione a causa del Covid-19, riprenderà nel corso del mese di settembre prossimo. Da un lato le normative in vigore in questa fase, dall’altro una considerazione sul periodo estivo di vacanza per alcuni di noi, hanno consigliato di attendere prima di riprendere e portare a compimento il ciclo di appuntamenti. L’associazione organizzatrice del corso (A.P.A.Pad.) comunicherà prossimamente ai corsisti il nuovo calendario di appuntamenti.
L’occasione mi offre l’opportunità di mettere in evidenza un articolo, pubblicato qualche giorno fa da Repubblica e intitolato “Adotta un alveare: salverai le api e gusterai il loro miele”. Invito a una lettura e soprattutto a prendere in considerazione l’adesione all’iniziativa “Pollinate the planet” (Impollina il Pianeta, ndr) di 3Bee, startup agri-tech fondata da Niccolò Calandri - dottore in Ingegneria elettronica all'MIT di Boston - e Riccardo Balzaretti - apicoltore - che hanno messo insieme competenze e passioni per questo progetto che in un solo anno ha contribuito a salvare oltre 70milioni di api.
Segnalo infine il Quaderno pubblicato in occasione della Giornata Mondiale delle Api 2020 da ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale intitolato “Il declino delle api e degli impollinatori”. Riporto qui di seguito uno stralcio dalla premessa:
"[...] Per dare un’idea dell’importanza socioeconomica della produzione di miele, è utile ricordare che in tutta l'Unione Europea ci sono almeno 600.000 apicoltori, che gestiscono 17 milioni di alveari e producono circa 250.000 tonnellate di miele l’anno. E, paradossalmente, la consapevolezza dell'importanza economica e del ruolo critico che questo straordinario insetto gioca per le società rurali e non rurali di tutto il mondo è cresciuta quando sono cominciate a emergere le evidenze degli effetti che le pressioni antropiche esercitano sulle popolazioni di api. [...]
Il declino degli impollinatori è associato a una serie di fattori che spesso agiscono in sinergia tra loro: distruzione, degradazione e frammentazione degli habitat, inquinamento da agenti fisici e chimici, cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene invasive, parassiti e patogeni. La gravità della situazione è testimoniata da una serie innumerevole di studi e ricerche, incluso un recente rapporto ad hoc dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, la massima autorità scientifica mondiale in tema di biodiversità, e da una serie di misure a tutela degli impollinatori assunte nel contesto delle politiche, nazionali e comunitarie, nei settori dell’agricoltura, dell’ambiente, della salute, della ricerca e dell’innovazione [...]."
Carlo Zaramella
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