E' stata diramata oggi la convocazione del Consiglio comunale per il giorno venerdì 31 luglio 2020, con inizio dei lavori alle ore 19:00.
Le consigliere del Partito democratico hanno presentato per l'occasione all'Amministrazione comunale una interrogazione su un tema, sul quale sono già intervenuto con un post su Facebook: l'invito di individuare nuove collocazioni per i seggi, fuori dai plessi scolastici, in vista delle elezioni in programma per il 20 e 21 settembre.
Riprendo il tema per dire chiaramente una cosa: se io fossi sindaco di una comunità, mi vedrei con ogni probabilità costretto a non dare corso all'idea di spostare i seggi dalla loro attuale collocazione all'interno dei plessi e locali scolastici. Non per negligenza o mancanza di volontà, ma perché vi è una obiettiva difficoltà, per non dire in molti casi impossibilità a concretizzare questo invito.
Prendere atto che chi è al governo non conosce le norme di legge che regolano lo svolgimento delle consultazioni elettorali, è avvilente. Ma non è nemmeno corretto non comunicare alla comunità, come stanno le cose. A partire da un fatto incontrovertibile.
Il governo Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva, ha scelto con consapevolezza la data delle elezioni a scuole già (ri)aperte e funzionanti, quando vi era sul tavolo tutta una ventata di altre date possibili e a fronte delle proposte dei Presidenti delle Regioni. Quindi il governo deve assumersi la responsabilità di questa sua scelta sconsiderata: richiudere la scuola, interrompendo sul nascere l’attività didattica, dopo che dallo scorso febbraio gli studenti sono a casa.
Le consigliere del Partito democratico hanno presentato per l'occasione all'Amministrazione comunale una interrogazione su un tema, sul quale sono già intervenuto con un post su Facebook: l'invito di individuare nuove collocazioni per i seggi, fuori dai plessi scolastici, in vista delle elezioni in programma per il 20 e 21 settembre.
Riprendo il tema per dire chiaramente una cosa: se io fossi sindaco di una comunità, mi vedrei con ogni probabilità costretto a non dare corso all'idea di spostare i seggi dalla loro attuale collocazione all'interno dei plessi e locali scolastici. Non per negligenza o mancanza di volontà, ma perché vi è una obiettiva difficoltà, per non dire in molti casi impossibilità a concretizzare questo invito.
Prendere atto che chi è al governo non conosce le norme di legge che regolano lo svolgimento delle consultazioni elettorali, è avvilente. Ma non è nemmeno corretto non comunicare alla comunità, come stanno le cose. A partire da un fatto incontrovertibile.
Il governo Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva, ha scelto con consapevolezza la data delle elezioni a scuole già (ri)aperte e funzionanti, quando vi era sul tavolo tutta una ventata di altre date possibili e a fronte delle proposte dei Presidenti delle Regioni. Quindi il governo deve assumersi la responsabilità di questa sua scelta sconsiderata: richiudere la scuola, interrompendo sul nascere l’attività didattica, dopo che dallo scorso febbraio gli studenti sono a casa.
La determinazione dei luoghi sede di seggio spetta al Sindaco ed il locale deve avere precise caratteristiche di sicurezza: a ogni seggio è collegato lo stradario elettorale, la suddivisione del territorio comunale in base al quale chi abita in un dato posto vota in quel determinato seggio. L’ubicazione dei seggi è indicata nella tessera elettorale di ciascun cittadino e cambiare la collocazione dei seggi significa dovere aggiornare tutte le tessere elettorali dei cittadini iscritti a quel seggio. Si tenga presente che normalmente all’interno di una scuola non vi è solo un seggio e quindi il numero di cittadini coinvolti in questa operazione rischia seriamente di essere attorno a qualche migliaio per comune (in aggiunta, vi sono le norme relative alle misure di contenimento del Covid a complicare ulteriormente la situazione).
Un lavoro considerevole per gli Uffici Elettorali Comunali, che spesso sono composti da una sola persona chiamata magari anche a svolgere altre mansioni. Il tutto, con tempi strettissimi perché l’invito ai sindaci è arrivato qualche giorno fa e i tempi dettati dalla vigente normativa nazionale impongono l’eventuale scelta di nuovi seggi entro i primissimi giorni di agosto, dopo un iter che prevede l’individuazione di nuovi spazi e il vaglio degli stessi da parte delle competenti Commissioni Elettorali Circondariali.
In pratica, vi è una situazione di sostanziale e strutturale impossibilità. A questo si aggiungerebbero i costi: quanti milioni e milioni di nuove tessere o tagliandi di aggiornamento servirebbero? Con quali tempi sarebbero consegnati ai Comuni? Quante ore di lavoro straordinario di quanti dipendenti comunali sarebbero necessarie?
In pratica, vi è una situazione di sostanziale e strutturale impossibilità. A questo si aggiungerebbero i costi: quanti milioni e milioni di nuove tessere o tagliandi di aggiornamento servirebbero? Con quali tempi sarebbero consegnati ai Comuni? Quante ore di lavoro straordinario di quanti dipendenti comunali sarebbero necessarie?
Stiamo infine trascurando un aspetto molto terreno: ci sono locali alternativi da potere utilizzare? Al netto delle scuole di ogni ordine e grado?
Dal mio punto di vista, questo "invito" fatto recapitare ai Comuni è l’ennesimo scarica barile di responsabilità dalle sedi governative ai sindaci, in prima linea come sempre a “togliere le castagne dal fuoco”.
Normalmente vi è quella che si chiama “collaborazione istituzionale” ma vorrei evidenziare che anche i Comuni sono Istituzioni che meritano rispetto e a cui dare collaborazione: volendo buttarla sull'anzianità, i Comuni hanno una storia ben più lunga del governo di questo paese. Sarebbe anzi ora che i Comuni maturassero uno spirito di corpo e come tale si rapportassero con il governo centrale (qualunque governo) facendo valere il proprio peso e importanza istituzionale.
Dovremmo investire le nostre forze per individuare nuove modalità di esercizio di voto, sfruttando la tecnologia, mentre in questo Paese tenacemente ottocentesco e incapace di alcuna riforma si continua, sempre in ritardo, a cercare strade alternative da percorrere con i soliti metodi stantii.
Detto questo, devo pure vedere le consigliere che rappresentano un partito di governo, presentare una interrogazione su questo tema e magari aprire un fronte di polemica. Parlassero con il proprio partito: questa sì sarebbe una cosa intelligente.
Detto questo, devo pure vedere le consigliere che rappresentano un partito di governo, presentare una interrogazione su questo tema e magari aprire un fronte di polemica. Parlassero con il proprio partito: questa sì sarebbe una cosa intelligente.
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