venerdì 24 luglio 2020

90. SCUOLA ED ELEZIONI.

E' stata diramata oggi la convocazione del Consiglio comunale per il giorno venerdì 31 luglio 2020, con inizio dei lavori alle ore 19:00.
Le consigliere del Partito democratico hanno presentato per l'occasione all'Amministrazione comunale una interrogazione su un tema, sul quale sono già intervenuto con un post su Facebook: l'invito di individuare nuove collocazioni per i seggi, fuori dai plessi scolastici, in vista delle elezioni in programma per il 20 e 21 settembre.
Riprendo il tema per dire chiaramente una cosa: se io fossi sindaco di una comunità, mi vedrei con ogni probabilità costretto a non dare corso all'idea di spostare i seggi dalla loro attuale collocazione all'interno dei plessi e locali scolastici. Non per negligenza o mancanza di volontà, ma perché vi è una obiettiva difficoltà, per non dire in molti casi impossibilità a concretizzare questo invito.
Prendere atto che chi è al governo non conosce le norme di legge che regolano lo svolgimento delle consultazioni elettorali, è avvilente. Ma non è nemmeno corretto non comunicare alla comunità, come stanno le cose. A partire da un fatto incontrovertibile.
Il governo Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva, ha scelto con consapevolezza la data delle elezioni a scuole già (ri)aperte e funzionanti, quando vi era sul tavolo tutta una ventata di altre date possibili e a fronte delle proposte dei Presidenti delle RegioniQuindi il governo deve assumersi la responsabilità di questa sua scelta sconsiderata: richiudere la scuola, interrompendo sul nascere l’attività didattica, dopo che dallo scorso febbraio gli studenti sono a casa.
La determinazione dei luoghi sede di seggio spetta al Sindaco ed il locale deve avere precise caratteristiche di sicurezza: a ogni seggio è collegato lo stradario elettorale, la suddivisione del territorio comunale in base al quale chi abita in un dato posto vota in quel determinato seggio. L’ubicazione dei seggi è indicata nella tessera elettorale di ciascun cittadino e cambiare la collocazione dei seggi significa dovere aggiornare tutte le tessere elettorali dei cittadini iscritti a quel seggio. Si tenga presente che normalmente all’interno di una scuola non vi è solo un seggio e quindi il numero di cittadini coinvolti in questa operazione rischia seriamente di essere attorno a qualche migliaio per comune (in aggiunta, vi sono le norme relative alle misure di contenimento del Covid a complicare ulteriormente la situazione).
Un lavoro considerevole per gli Uffici Elettorali Comunali, che spesso sono composti da una sola persona chiamata magari anche a svolgere altre mansioni. Il tutto, con tempi strettissimi perché l’invito ai sindaci è arrivato qualche giorno fa e i tempi dettati dalla vigente normativa nazionale impongono l’eventuale scelta di nuovi seggi entro i primissimi giorni di agosto, dopo un iter che prevede l’individuazione di nuovi spazi e il vaglio degli stessi da parte delle competenti Commissioni Elettorali Circondariali.
In pratica, vi è una situazione di sostanziale e strutturale impossibilità. A questo si aggiungerebbero i costi: quanti milioni e milioni di nuove tessere o tagliandi di aggiornamento servirebbero? Con quali tempi sarebbero consegnati ai Comuni? Quante ore di lavoro straordinario di quanti dipendenti comunali sarebbero necessarie?
Stiamo infine trascurando un aspetto molto terreno: ci sono locali alternativi da potere utilizzare? Al netto delle scuole di ogni ordine e grado?

Dal mio punto di vista, questo "invito" fatto recapitare ai Comuni è l’ennesimo scarica barile di responsabilità dalle sedi governative ai sindaci, in prima linea come sempre a “togliere le castagne dal fuoco”.
Normalmente vi è quella che si chiama “collaborazione istituzionale” ma vorrei evidenziare che anche i Comuni sono Istituzioni che meritano rispetto e a cui dare collaborazione: volendo buttarla sull'anzianità, i Comuni hanno una storia ben più lunga del governo di questo paese. Sarebbe anzi ora che i Comuni maturassero uno spirito di corpo e come tale si rapportassero con il governo centrale (qualunque governo) facendo valere il proprio peso e importanza istituzionale.
Dovremmo investire le nostre forze per individuare nuove modalità di esercizio di voto, sfruttando la tecnologia, mentre in questo Paese tenacemente ottocentesco e incapace di alcuna riforma si continua, sempre in ritardo, a cercare strade alternative da percorrere con i soliti metodi stantii.

Detto questo, devo pure vedere le consigliere che rappresentano un partito di governo, presentare una interrogazione su questo tema e magari aprire un fronte di polemica. Parlassero con il proprio partito: questa sì sarebbe una cosa intelligente.

Carlo Zaramella

P.S. qui di seguito l'Ordine del giorno dei lavori:



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