Finalmente l'ambiente è o pare essere al centro del dibattito politico europeo e nazionale.
Dico prudenzialmente "pare essere al centro" perché non vorrei che più che essere un tema affrontato, l'ambiente sia invece strumentalizzato.
Da sempre rimarco il ritardo tutto italiano nella proposta di un partito ambientalista serio: il consenso elettorale raggiunto dai Verdi in molti Paesi europei, contrasta con lo scialbo partito ambientalista italiano. Un esempio? "Europa verde" ha ottenuto in Italia alle scorse elezioni europee il 2,32%; in Germania, i Grünen hanno invece riscosso il 20,53%.
Anche nella nostra realtà urbana, vi è una componente che si definisce ambientalista e che nei giorni scorsi ha denunciato gli sforamenti dei livelli di ozono.
Sia chiaro: lungi dal sottoscritto sottovalutare questi temi o non riconoscergli piena dignità.
E' però evidente che per proporre soluzioni serie e non ideologizzate, serve partire da due dati:
1. il primo, talmente ovvio da essere imbarazzante: Este è inserita in un territorio e sui temi ambientali l'azione di una comunità non può prescindere da una condivisione di azioni a livello territoriale;
2. ogni azione comporta un nuovo disegno di Città, che deve essere condiviso da tutte le sue componenti.
Le proposte avanzate dagli ambientalisti sono in primis "più alberi e più parchi in centro e nelle periferie". Benissimo: ci dobbiamo ricordare che le alberature e i parchi richiedono manutenzione nel corso degli anni e quindi hanno un costo economico da mettere a bilancio. Perché questa proposta sia seria, dobbiamo quantificarne i costi di avvio e soprattutto i costi di mantenimento; in secondo luogo, gli spazi.
Secondo tema, le piste ciclabili. Facile inserire in ogni proposta elettorale, la realizzazione di queste arterie; altro è il tema dei costi e soprattutto dei tempi di attuazione. I vincoli di bilancio, la necessità di procedere a espropri con tutti i tempi burocratici e amministrativi degli stessi e le possibili opposizioni da parte dei privati; la condivisione dei progetti con la comunità e gli interessati; tutto questo determina tempi inevitabilmente lunghi e risorse economiche sostanziose, non certo nell'ordine delle decine di migliaia di euro ma ben di più.
Terzo tema, il bus comunale elettrico. Bello a dirsi, ma quanto a declinarlo nella sua concretezza... Primo: quanti bus? Secondo: quante corse e quali collegamenti? Ancora: chiudiamo il centro a tutte le auto? Nel caso, i parcheggi esterni sono sufficienti? Tralascio tutto il tema dei costi, ovviamente.
Prese singolarmente e sull'onda dell'emotività, tutte queste proposte sono condivisibili, ma il governo di una comunità richiede qualcosa di più: una visione ambientalista ha bisogno di solide gambe amministrative, deve reggere economicamente partendo dal bilancio del Comune e dicendo chiaramente quanto costa oggi, quanto costa nel breve e medio termine, da dove si reperiscono i fondi necessari e infine, da quali capitoli di bilancio si sottraggono le risorse.
Non voglio dire che non sia possibile: mi piacerebbe semplicemente non una proposta elettorale, ma una proposta di governo. Su tutti questi temi, inutile nasconderselo, la politica italiana subisce un ritardo culturale di anni, che in molti casi ha provocato seri danni all'ambiente nel quale viviamo. Anche per questi motivi, sono convinto che servano proposte solide, che vadano oltre una semplicistica enunciazione.
I soldi, questi sconosciuti...
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