giovedì 21 maggio 2020

65. POLITICA e SPETTACOLO in Italia

«Il dibattito elettorale è uno spettacolo saldamente controllato, condotto da gruppi rivali di professionisti esperti nelle tecniche della persuasione e si esercita su un numero ristretto di questioni selezionate da questi gruppi. La massa dei cittadini svolge un ruolo passivo, acquiescente, persino apatico, limitandosi a reagire ai segnali che riceve» (Colin Crouch, da “Postdemocrazia”). Navigando in internet, mi sono imbattuto in questo pensiero e lo voglio condividere e rilanciare nella rete.

Non si può non essere d’accordo.
La politica oggi è spettacolo e marketing comunicativo, non si costruiscono più idee ma prodotti: i leader. Non a caso, se su un dato tema si verificano le dichiarazioni rese nel tempo dallo stesso personaggio politico, emergono nella quasi totalità dei casi molteplici messaggi anche in contraddizione tra loro: un esempio è quello dell’euro, uno stesso leader può avere sostenuto nell’arco di breve tempo posizioni diverse, così come sui rapporti con l’Europa e nell’Europa. Questa distonia di messaggi è semplicemente funzionale a raccogliere gli impulsi dell’elettorato in un dato momento.
Manca una visione di idee, un orizzonte, una ideologia che spieghi quale sia la visione della società che si vuole costruire, quali le basi e i pilastri di quella visione. Ciò rende liquida la politica italiana, con leader che perdono appeal nell’arco di brevissimo tempo, e in questa liquidità vi è una profonda insita fragilità. 
Gli elettori, grazie anche alla prevaricazione dell’uso dei social network, si ritrovano così bombardati da tweet e messaggi: le fake news sono a loro volta pensate per creare opinione, suscitare emozioni, catturare attenzione. Come a teatro, ci ritroviamo a parteggiare per l’uno o l’altro leader, parti attive di uno spettacolo che vive e cavalca il momento ma che alla fine, conti alla mano, non costruisce nulla. Chi vive invece nella passione della politica, è costretto ad appoggiarsi a questo o quel leader, subendone le sorti e finendo suo malgrado per ritrovarsi anche in parti politiche che non gli appartengono.
A noi cittadini cosa resta? Mi viene in mente uno dei miei film preferiti, quello che considero una pietra miliare nella storia cinematografica (e non solo): Matrix. Ad un certo punto Morpheus si rivolge a Neo chiedendogli: “Hai mai fatto un sogno così reale da sembrarti vero? E se da quel sogno non dovessi mai più risvegliarti, come distingueresti il mondo dei sogni da quello della realtà?” 
La scelta è tra la pillola blu o la pillola rossa: tra illusione e ricerca della verità. Dobbiamo trovare il modo di uscire dalla richiesta di questa modalità di politica e ritrovare una visione solida e programmatica per il futuro.

Carlo Zaramella

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