venerdì 28 febbraio 2020

52. ESTE SULLE ORME DI PARIGI. Elemento comune? Le api

Un hotel nel cuore di Parigi è abitato da centomila api: questo il titolo di un articolo pubblicato oggi da “La Stampa”, che racconta dell’allestimento sopra il solaio di un prestigioso albergo parigino, il Mandarin Oriental di Place Vendome, di un rûcher da parte di uno dei più famosi apicoltori europei, Audric de Campeau. E il miele che viene prodotto sul tetto viene servito agli ospiti dell’albergo.


Sono più di trecento gli alveari posizionati fra Parigi e Versailles ed è un segno tangibile di un impegno concreto verso l’ambiente. Dal sito internet “Le miel de Paris – Audric de Campeau, Apiculteur à Paris” è reperibile la piantina di Parigi con evidenziati gli apiari, collocati non solo sopra alberghi come quello citato, ma anche sopra a luoghi di interesse come ad esempio il Musée d’Orsay. 
Cercando in internet non mancano poi le curiosità. Ne cito solo una: le api sopra il tetto di Notre-Dame. Sempre “La stampa” racconta, in un articolo di qualche tempo fa, precisamente il 20 aprile 2019, di come i tre alveari installati sopra la celebre cattedrale siano sopravvissuti alle fiamme. Nicolas Géant è l’apicoltore di Notre-Dame si prende cura di questo progetto, finalizzato ad aumentare il numero di questi insetti così importanti per la vita: «Ero estremamente triste nel vedere per Notre-Dame in quelle condizioni, perché è un edificio così bello. Ma sentire che c’è vita quando si tratta di api, è semplicemente meraviglioso».

Questa sera il consiglio comunale dibatterà sulla seconda mozione, che ho deciso di proporre sul tema api e apicoltura. Ecco, io immagino per Este una direzione analoga a Parigi, con le dovute differenze di dimensione: mettere in rete gli apicoltori che già accudiscono apiari nella nostra Città e amplificare questa rete, inserendola in un progetto articolato di forte valenza ambientale.
Dopo l’avvio del primo corso di apicoltura e la collocazione di un apiario a cura di SESA, il secondo passo è questa mozione, che darà respiro nazionale alla politica ambientale della nostra Città. Mi confronterò nei prossimi giorni con il sindaco, perché avrei piacere non solo di incontrare i nostri apicoltori locali, ma anche di studiare nuove collocazioni di alveari in Città, coinvolgendo nuovi soggetti.

Tante comunità si stanno impegnando su questo fronte. Mi piace pensare ad una Este in prima fila e prima in Veneto con un progetto articolato.

E' di queste ore un altro autorevole intervento sull'importanza delle api nella società e nell'ambiente: Susanna Tamaro sul Corriere (clicca qui per l'articolo completo) parla dell'inverno sparito e di come quest'articolazione delle stagioni creerà ancora una volta, ancora quest'anno, grossi problemi. "Negli ultimi anni, la produzione nazionale di miele è crollata in maniera drastica e purtroppo questo inverno di api stakanoviste non fa immaginare un mutamento di orizzonte. Nella follia metereologica in cui siamo sprofondati, [...] Senza acqua, le piante non producono nettare; senza acqua, le api non possono refrigerare le arnie durante le torride giornate estive. Pur essendo consapevole che la Terra, in tutto il suo lungo cammino, ha cambiato in continuazione clima e che le estinzioni, anche di massa, fanno parte della nostra storia evolutiva, non posso non provare una forte inquietudine nel constatare come, in un tempo geologicamente così breve - i trent’anni in cui vivo in campagna - il mondo naturale sia stato sconvolto da mutamenti così rapidi. 
La stessa Tamaro qualche tempo fa aveva parlato di api, mettendole in correlazione con il nostro modello di società. Il suo articolo s'intitolava significativamente "La lezione politica delle api" e ci spiega come il lavorare in vista dei vantaggi futuri sia ciò "che permette a un Paese di essere stabile e di progredire. Bisogna avere una visione a lungo termine per migliorare in modo significativo e duraturo le condizioni di chi ci vive e lavora, altrimenti [...] si rischia di continuare a marciare sul posto".

Ogni ramo del governo di una Città e di una Comunità dovrebbe proprio riuscire a darsi una visione a lungo termine, il più possibile condivisa, per evitare di continuare a marciare inesorabilmente sullo stesso posto. Una lezione che dovrebbero imparare in molti, in questo particolare periodo storico e di vita della nostra comunità politica locale, dove la critica, l'ingiuria e l'avversione prevalgono su ogni tipo di ragionamento.


Carlo Zaramella

Consigliere comunale



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