“Alla luce del Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema Nazionale di Istruzione - Piano Scuola 2020/2021, in vista della ripresa delle attività scolastiche a settembre 2020 e alla luce delle valutazioni che si ritiene siano già state fatte, quanto meno a titolo prudenziale, dall'Amministrazione comunale nel periodo precedente alle decisioni governative, con la presente domanda di attualità si chiede di sapere quale è la situazione così come si verrà a delineare nella nostra Città nell'ambito delle attività didattico - educative e quali le potenziali ripercussioni a carico del nostro Ente”. Questa la domanda di attualità che ho proposto nel consiglio comunale di ieri lunedì 29 giugno 2020.
Che il tema sia delicato, è lampante ed è stato reso evidente dal sindaco, che ha preso la parola all'inizio del consiglio proprio per rendere edotta l'intera assemblea delle difficoltà legate al documento ministeriale della ministra Azzolina.
La situazione, così come emersa da una analisi preliminare effettuata dagli uffici comunali, parla chiaro: la maggioranza delle aule è idonea a contenere in media non più di venti studenti; vi è la potenziale necessità di chiudere gli spazi dedicati alle attività didattiche di laboratorio e mensa scolastica, per fare spazio ai banchi degli studenti; la chiusura delle aule mensa determinerebbe la necessità di trovare soluzioni alternative per il pranzo degli alunni; infine vi è la necessità di reperire nuovi arredi.
Non solo: la necessità di tenere nella disponibilità delle scuole le palestre, comporterebbe inevitabilmente un danno per le attività sportive di tutte quelle Associazioni che hanno bisogno proprio delle palestre per la propria attività fisica. Il tema quindi non è niente affatto marginale: non fosse per il fatto che Este è tra i poli scolastici più importanti della Bassa Padovana.
Il tema "scuola" è stato gestito in maniera almeno discutibile da parte del governo: il fatto stesso che le linee guida siano state rese note venerdì scorso in vista della ripresa delle attività didattiche di settembre, è un ritardo evidente. Se vogliamo aggiungere a questo la convocazione dei comizi elettorali per il primo week end dopo l'apertura delle scuole, con due giorni anziché uno dedicato al voto e un'ulteriore giornata per la sanificazione degli ambienti, è a sua volta estremamente discutibile.
Ho davvero l'impressione di una classe politica inadeguata: ho parlato di classe e non di singolo ministro, perché purtroppo la situazione è generalizzata. Ritardo nella divulgazione delle linee guida; gestione discutibile delle procedure concorsuali e di immissione in ruolo di nuovi docenti; mancanza di certezze sulle risorse economiche disponibili per l'adeguamento dei locali per la didattica post-covid; autonomia scolastica non vissuta e percepita come valorizzazione degli istituti ma più come strumento per demandare le responsabilità a livello locale; insomma, vi una serie di complicazioni che rendono davvero difficile la gestione della situazione.
La scuola è un tema cruciale: parlare di scuola vuol dire parlare del nostro futuro, dalla scuola usciranno i nuovi cittadini e la nuova classe dirigente; la scuola è strumento di integrazione, di crescita sociale. E' un tema così strategico, che ho l'impressione che come società abbiamo perso e sprecato l'ennesima occasione.
Il Covid è stato ed è una crisi di portata storica, con tutto il peso delle morti e delle lacerazioni economiche che ha determinato e portato con sé; ma è o avrebbe dovuto essere l'occasione per ripensarci come società e per ammodernare la nostra visione di noi stessi e dei nostri settori, come per l'appunto la scuola.
Tornando alla situazione scolastica della nostra Este, sarà ora necessario attendere i prossimi giorni per capire se il dialogo tra Governo e ministero da un lato e uffici didattici e comuni dall'altro porterà delle certezze maggiori e consentirà di potere ripartire in una situazione di maggiore sicurezza possibile con il minore disagio per ragazzi, famiglie e quanti gravitano nel mondo della scuola e dei suoi servizi.
Carlo Zaramella
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